Arte e musei

a.r. penck

Catalogo della mostra (Mendrisio, Svizzera, 24.10.21-13.2.22)

• Maggio 2022

A.R. Penck

Autore: Autori vari

Editore: Museo d’arte di Mendrisio

Lingue di traduzione: Da tedesco a italiano

Traduttori: Barbara Baroni per Il Nuovo Traduttore Letterario

Catalogo di una mostra molto interessante, dedicata a un importante artista tedesco del Novecento non molto conosciuto in Italia. Nato durante la seconda guerra mondiale, cresciuto nella Dresda del socialismo reale e formatosi come pittore sotto i dettami dell’arte di stato, A.R. Penck ha portato avanti una ricerca formale che muove verso il concetto di riproducibilità dell’opera d’arte, con l’intento di dare, nello spazio della tela, “una rappresentazione fisica dei sistemi sociali”.

Divenuto artista scomodo e praticamente costretto all’emigrazione, A.R. Penck lascia la DDR per nel 1980 e da quel momento vive in varie città europee, si lascia progressivamente alle spalle i grandi progetti sistematici e produce un’arte più eclettica, spaziando anche nel campo della scultura e della musica. Pur elaborato in un contesto sociale, artistico e culturale estraneo alla realtà occidentale, il suo linguaggio finisce per preannunciare ed entrare in contatto con un fenomeno tipicamente occidentale come la street art.

Un progetto affascinante, al cuore dell’arte europea del Novecento, ma di notevole impegno concettuale e traduttivo.

A.R. Penck. Standart, oggi

di Ulf Jensen

A.R. Penck raggiunge la sua autonomia di artista nel 1961, lo stesso anno in cui Yuri Gagarin compie il suo volo nello spazio. All’estremità occidentale dell’immensa sfera di potere sovietica e a poche centinaia di chilometri da quella cortina di ferro che a Berlino fu fisicamente contrassegnata da un muro, l’artista poco più che ventenne decide improvvisamente di adottare nei suoi quadri una prospettiva non meno universale di quella del primo cosmonauta: l’orizzonte di Weltbild 1 riproduce infatti la curvatura terrestre.
Quell’anno, nell’atelier affacciato nel cortile interno di un palazzo di Dresda, A.R. Penck fa tabula rasa degli obiettivi ambiziosi che avevano caratterizzato i suoi primi lavori. Di punto in bianco ridefinisce lo sfondo del quadro, destinandolo a diventare supporto universale, sul quale tutto deve essere rappresentato. Se il cosmonauta aveva avuto il privilegio di osservare dall’alto, per pochi istanti, il blu intenso del cielo, per l’artista inizia ora un progetto destinato a protrarsi per tutta una vita, in cui ogni singolo disegno e dipinto andrà a rappresentare un passo avanti compiuto verso l’obiettivo di raffigurare il mondo come una totalità. Lo sfrenato entusiasmo per i viaggi cosmici che a Est aveva con conquistato un’intera generazione trasformando Yuri Gagarin in un eroe, A.R. Penck lo traduce in entusiasmo per la superficie del quadro, nelle cui dimensioni si muove presto con una libertà e una sicurezza che stupirebbero anche il più esperto ufficiale di navicelle spaziali.